La possibilità di diventare genitori, è una sorta di patrimonio genetico non solo personale ma anche di coppia. Questo vuol dire che nella maggior parte dei casi noi nasciamo con la possibilità di procreare, solo in alcuni, tale patrimonio non è del tutto funzionante (come nei casi di sterilità) oppure se è presente e intatto in uno dei due partner, nell’altro, con cui si vuole creare una famiglia, manca.
In altre parole, la possibilità di procreare non ci rende di per sé idonei a diventare genitori! Infatti se è vero che la possibilità di concepire, far crescere dentro di sé un essere umano frutto dell’unione (più o meno affettiva) tra due individui/gameti, sia un evento indubbiamente straordinario e incredibile; è altrettanto vero che non basta mettere al mondo un figlio, per sviluppare tutte quelle competenze e sensibilità necessarie per accompagnare lo sviluppo di un bambino/persona.
Spesso infatti quando pensiamo all’idea di un figlio, cominciamo a fantasticare a come potrebbe essere non solo da un punto di vista fisico ma anche di personalità, immaginando quali aspetti nostri o del nostro partner possa ereditare. Si viene così a creare il così detto “bambino immaginario”, processo del tutto normale nel compito di divenire genitore, a patto che poi siamo aperti e disposti a mettere in discussione tale immagine, con quello che sarà e diventerà realmente nostro figlio.
Infatti, molto spesso ci scordiamo che nostro figlio è una“persona con vita propria” ossia non è il nostro prolungamento, ma un essere che nasce con un patrimonio genetico della coppia che lo ha messo al mondo, ma poi cresce a partire dalle innumerevoli esperienze non solo familiari ma sociali e personali che vive.
Ecco qui che divenire genitori significa:
1) Permettere a nostro figlio di diventare ciò che realmente è. Questo vuol dire lasciarlo quanto più possibile, libero di apprendere dalla sua esperienza, affinché a partire da essa,possa decidere di diventare ciò che vuole e non ciò che farebbe piacere a noi genitori.
2) Imparare dalla relazione con lui. Per quanto ci possiamo preparare a diventare dei bravi genitori, questo è un mestiere che si impara solo facendolo. E’ nella capacità di ascoltare ogni volta i nostri bisogni e al tempo stesso quelli dei nostri figli, che risiede la saggezza di imparare umilmente questo mestiere.
3) Trasferire i nostri valori consapevoli del fatto che il modo migliore per trasmettere un ideale non è imporlo con la forza, con la predica o con la manipolazione, ma essere da modello. Solo se siamo onestamente i valori, agendoli più che raccontandoli, allora possiamo avere una buona probabilità che i nostri figli li facciamo come propri.
4) Ricordarsi che non esistono figli cattivi e figli buoni. Spesso un figlio cattivo è quello sempre in conflitto, arrabbiato, che combina un sacco di guai e che sembra non considerare per nulla quanta sofferenza ci arreca. In questi casi sarebbe importante ricordarsi che un figlio arrabbiato è un figlio che soffre e per questo a volte può essere “egoista”; ma è nostro compito come genitori, provare a trovare un dialogo aldilà della rabbia, affinché le sofferenze di entrambi comunichino senza biasimo.
5) Fare i conti con noi stessi, come figli e persone. Non scordarsi come è stato per noi essere figli, anche quando siamo impegnati ogni giorno a diventare genitori. Infatti è solo facendo quotidianamente i conti con quello che realmente siamo, possiamo non creare false aspettative a noi e ai nostri figli.
In poche parole non si diventa genitore solo perché nasce un figlio, infatti possedere il patrimonio genetico necessario a mettere al mondo un figlio, non rende già padre o madre. Questo è un percorso che necessità di un continuo contatto con noi stessi e di una profonda responsabilità per la vita che si mette al mondo.
Quando nasce un figlio nasce anche un genitore, e il diventare genitori è dunque un profondo percorso di crescita personale che richiede impegno e responsabilità, ma che al tempo stesso è in grado di farci vivere esperienze ad alto impatto emotivo che ci insegnano quanto sia straordinaria la vita!
A cura della Dott.ssa M.C. Bivona