Fin dalla metà dell’ottocento è stata identificata una dolorosa condizione, causa del così detto“matrimonio bianco”, che consisteva in una contrazione involontaria della vagina tale da impedire la penetrazione e, quindi, rendere impossibile la consumazione del matrimonio.
Oggi grazie all’evoluzione medica e psicologica si possono distinguere due disfunzioni che, in maniera differente, interferiscono notevolmente con la possibilità di avere dei rapporti sessuali completi: il vaginismo e la dispareunia.
Il vaginismo può essere definito come la ricorrente o persistente contrazione involontaria dei muscoli perineali che circondano il terzo esterno della vagina, quando si tenti la penetrazione vaginale con pene, dita, tamponi o speculum.
La dispareunia può essere invece definita come una dolore genitale associato al rapporto sessuale. Generalmente si presenta durante la penetrazione, ma può anche insorgere prima o dopo di essa. Il dolore può verificarsi sia nei maschi che nelle femmine.
Di solito nel vaginismo, la coppia può comunque conservare la capacità di provare piacere e l’orgasmo in attività non coitali “ante-portam”, nella dispareunia, invece, la sessualità della coppia di solito viene durante colpita, poiché la paura del dolore spesso si associa all’approccio sessuale in generale.
Tra le cause di natura organica del vaginismo spesso si riscontra un imene rigido che rende difficoltosa la penetrazione, un episiotomia imperfetta (taglio del muscolo perineale che avviene nel parto) o vaginiti ricorrenti. In linea con ciò, tra le cause organiche della dispareunia nella donna, si possono riscontrare infezioni o irritazioni dei genitali esterni, nell’uomo infezione del pene o della prostata, uretriti ecc.
Nella maggior parte dei casi le persone che soffrono di tali disturbi si recano dal medico generico o dal ginecologo-andrologo, pensando che alla base del dolore vi sia un origine medica, spesso e volentieri invece più dell’80% di tali disfunzioni ha una base psicologica.
Infatti molto spesso, la chiusura causata da contrazioni o dolore dell’organo genitale, rappresenta lapunta dell’iceberg al di sotto della quale la persona può manifestare una difficoltà nella gestione del piacere e quindi tende ad esercitare un eccessivo controllo su tutto l’atto sessuale, a volte si ha una vera e propria fobia e ansia nei confronti della sessualità, altre volte ancora vi è uneducazione religiosa molto rigida o comunque una cattiva o assente informazioni sulla fisiologia dell’atto sessuale ecc.
In particolare per il vaginismo sono state identificate tre tipi di donne:
a. “La bella addormentata nel bosco” che sceglie ed è scelta da un partner con cui instaura una relazione di tipo fraterno.
b. “Brunilde”, la più aggressiva delle Valkirie, sfida l’altro sesso e non vuole cedere.
c. “L’ape regina”, considera l’uomo esclusivamente in funzione della riproduzione e si duole del sintomo poiché ostacola la realizzazione della maternità.
Aldilà delle classificazioni è importante prendere in considerazione gli aspetti psicologici in disturbi di questo tipo, perché spesso e volentieri, soprattutto nel caso del vaginismo, il medico può intervenire poco o niente. Pensiamo ad esempio ad una donna che a causa di tale disturbo è ancora vergine, non potrà neanche sottoporsi ad una visita ginecologica con speculum!
Il lavoro sessuologico e psicoterapeutico con queste persone mirerà da un lato a favorire unacorretta informazioni ed educazione circa gli organi e l’atto sessuale in generale, dall’altro modellandosi sulla storia di vita personale, aiuterà a far emergere vissuti di inadeguatezza, eccessivo controllo, paura e ansia, che spesso sono alla base di tale disturbi, allo scopo di allentare le tensioni e abbandonarsi alle sensazioni piacevoli del corpo e accogliere la penetrazione.
A cura della Dott.ssa M.C. Bivona